La Strada Dell'Arte.
Ovvero: la Via Tiburtina e i suoi duemila anni di storia

Michele Flammia

Premessa:

Questo testo riguardo "La Strada dell’Arte" vuole essere un omaggio alla Via Tiburtina e al territorio che la circonda, alla sua importanza per la storia e, ancor di più, per la storia dell'arte. Ma vuole anche essere un omaggio ai protagonisti nascosti che ho avuto il piacere di conoscere in più occasioni: muratori, scalpellini, cavatori, marmisti, scultori... Professionisti e artisti i cui nomi non rimarranno nei libri di storia, ma che hanno tenuto in vita saperi e mestieri tramandati nel corso dei secoli e ormai destinati a sparire se non tutelati. Così come le grandi maestranze di duemila anni fa, anche loro sono ancora legati all’utilizzo dei materiali nobili che la natura aveva messo a disposizione.  Il territorio laziale, infatti, detiene il primato a livello nazionale di cave attive e dismesse. Le più importanti e imponenti si snodano lungo la via Tiburtina, l’accompagnano per un lungo tratto, fino a raggiungere, appunto, i monti Tiburtini. Solo la via Tiburtina può vantare una così ampia varietà di materiali essenziali: pozzolana, tufi, Travertini e Calcari.

Forse con un po’ di retorica mi piace affermare che l’Impero Romano l’hanno "tirato su" i muratori, quei muratori e quegli scalpellini che sono i padri degli artisti moderni.

Il mio breve resoconto, risalendo la valle dell'Aniene, seguirà quindi il percorso della Tiburtina, concentrandomi su alcune tappe fondamentali.

 

 

PERCORSO E STORIA

 

Prima tappa: San Lorenzo

La Tiburtina deve il suo nome a "Tibur", l'odierna Tivoli, città che in antichità fu rivale di Roma. Il suo percorso parte essenzialmente dal quartiere di San Lorenzo e, San Lorenzo, a Roma, è indiscutibilmente il quartiere degli scalpellini e degli scultori, alcuni di chiara fama internazionale.

Il cimitero Monumentale del Verano ha infatti sfamato intere generazioni di lavoratori delle pietre e dei marmi che andavano ad ornare le tombe dei cittadini romani.

 

Seconda tappa: L'ager romano e il suo sottosuolo.

Col diradarsi delle costruzioni urbane, all’inizio delle periferie, iniziano i banchi di tufo e pozzolana. La pozzolana è la vera artefice dell’inimitabile malta romana. C’è stato chi, come l’ingegnere francese Gianantonio Claudio Chaptal1, ha provato a riprodurla in laboratorio ottenendo ottimi risultati. Tuttavia la qualità del "magico" materiale romano, è un’altra cosa. È stata fondamentale per la costruzione di vari porti in Europa e nelle Americhe proprio per la sua elevata qualità idraulica, cioè la capacità di resistere erosione chimica e meccanica causata dall'acqua. Lo scopo per cui fu costruita la piccola stazione di Via di Salone, ormai praticamente abbandonata, era esclusivamente quello di trasportare questo materiale in capo al mondo.

 

Terza tappa: il Travertino, o "Lapis Tiburtinus".

Continuando il nostro viaggio ci accorgiamo che, quasi di colpo, le ceneri vulcaniche (come la pozzolana) cedono il passo al bacino del travertino.

Tanti erano i materiali lavorati dagli antichi, ma il Travertino, per secoli, è rimasto il materiale più utilizzato nelle opere ingegneristiche romane. Qui ci riagganciamo al mestiere degli scalpellini e degli scultori.

Come non citare poi il casale di Bernini, ancora oggi visitabile, dimora spesso utilizzata dallo scultore per la scelta del travertino migliore per il colonnato di piazza San Pietro.

 

Quarta tappa: calcare e calce.

Dulcis in fundo, approdiamo sui modesti rilievi calcarei dei monti Tiburtini e Cornicolani, dove per secoli le Calcare2 hanno sfornato tonnellate di ossido di calcio trasformato poi in Grassello di calce. Questo, in combinazione con la pozzolana, dava vita a un impasto magico che, grazie ad una particolare proprietà chimica, rende la malta idraulica infinitamente più resistente all'azione dell'acqua rispetto tutte le altre malte.

 

Quinta tappa: il Grand Tour e il particolare caso di Anticoli Corrado.

La valle dell’Aniene e Anticoli3 sono conosciute nel mondo dell’arte per la bellezza delle donne e degli uomini che, nel corso dei secoli, si sono prestati a posare per tanti artisti provenienti da tutte le parti del mondo. Moltissime sono le testimonianze letterarie, pittoriche e infine fotografiche che attestano la presenza di grandi artisti in questo sperduto paesino tra le montagne laziali.

 

Piccola curiosità: i miei nonni avevano i loro natali proprio ad Anticoli e, circa 70 anni fa, Victor Penalba, pittore e successivamente ministro della cultura in Nicaragua, eseguì un ritratto di mia madre di mirabile fattura che conserviamo ancora oggi nel nostro archivio.

Premessa:

Questo testo riguardo "La Strada dell’Arte" vuole essere un omaggio alla Via Tiburtina e al territorio che la circonda, alla sua importanza per la storia e, ancor di più, per la storia dell'arte. Ma vuole anche essere un omaggio ai protagonisti nascosti che ho avuto il piacere di conoscere in più occasioni: muratori, scalpellini, cavatori, marmisti, scultori... Professionisti e artisti i cui nomi non rimarranno nei libri di storia, ma che hanno tenuto in vita saperi e mestieri tramandati nel corso dei secoli e ormai destinati a sparire se non tutelati. Così come le grandi maestranze di duemila anni fa, anche loro sono ancora legati all’utilizzo dei materiali nobili che la natura aveva messo a disposizione.  Il territorio laziale, infatti, detiene il primato a livello nazionale di cave attive e dismesse. Le più importanti e imponenti si snodano lungo la via Tiburtina, l’accompagnano per un lungo tratto, fino a raggiungere, appunto, i monti Tiburtini. Solo la via Tiburtina può vantare una così ampia varietà di materiali essenziali: pozzolana, tufi, Travertini e Calcari.

Forse con un po’ di retorica mi piace affermare che l’Impero Romano l’hanno "tirato su" i muratori, quei muratori e quegli scalpellini che sono i padri degli artisti moderni.

Il mio breve resoconto, risalendo la valle dell'Aniene, seguirà quindi il percorso della Tiburtina, concentrandomi su alcune tappe fondamentali.

 

 

PERCORSO E STORIA

 

Prima tappa: San Lorenzo

La Tiburtina deve il suo nome a "Tibur", l'odierna Tivoli, città che in antichità fu rivale di Roma. Il suo percorso parte essenzialmente dal quartiere di San Lorenzo e, San Lorenzo, a Roma, è indiscutibilmente il quartiere degli scalpellini e degli scultori, alcuni di chiara fama internazionale.

Il cimitero Monumentale del Verano ha infatti sfamato intere generazioni di lavoratori delle pietre e dei marmi che andavano ad ornare le tombe dei cittadini romani.

 

Seconda tappa: L'ager romano e il suo sottosuolo.

Col diradarsi delle costruzioni urbane, all’inizio delle periferie, iniziano i banchi di tufo e pozzolana. La pozzolana è la vera artefice dell’inimitabile malta romana. C’è stato chi, come l’ingegnere francese Gianantonio Claudio Chaptal1, ha provato a riprodurla in laboratorio ottenendo ottimi risultati. Tuttavia la qualità del "magico" materiale romano, è un’altra cosa. È stata fondamentale per la costruzione di vari porti in Europa e nelle Americhe proprio per la sua elevata qualità idraulica, cioè la capacità di resistere erosione chimica e meccanica causata dall'acqua. Lo scopo per cui fu costruita la piccola stazione di Via di Salone, ormai praticamente abbandonata, era esclusivamente quello di trasportare questo materiale in capo al mondo.

 

Terza tappa: il Travertino, o "Lapis Tiburtinus".

Continuando il nostro viaggio ci accorgiamo che, quasi di colpo, le ceneri vulcaniche (come la pozzolana) cedono il passo al bacino del travertino.

Tanti erano i materiali lavorati dagli antichi, ma il Travertino, per secoli, è rimasto il materiale più utilizzato nelle opere ingegneristiche romane. Qui ci riagganciamo al mestiere degli scalpellini e degli scultori.

Come non citare poi il casale di Bernini, ancora oggi visitabile, dimora spesso utilizzata dallo scultore per la scelta del travertino migliore per il colonnato di piazza San Pietro.

 

Quarta tappa: calcare e calce.

Dulcis in fundo, approdiamo sui modesti rilievi calcarei dei monti Tiburtini e Cornicolani, dove per secoli le Calcare2 hanno sfornato tonnellate di ossido di calcio trasformato poi in Grassello di calce. Questo, in combinazione con la pozzolana, dava vita a un impasto magico che, grazie ad una particolare proprietà chimica, rende la malta idraulica infinitamente più resistente all'azione dell'acqua rispetto tutte le altre malte.

 

Quinta tappa: il Grand Tour e il particolare caso di Anticoli Corrado.

La valle dell’Aniene e Anticoli3 sono conosciute nel mondo dell’arte per la bellezza delle donne e degli uomini che, nel corso dei secoli, si sono prestati a posare per tanti artisti provenienti da tutte le parti del mondo. Moltissime sono le testimonianze letterarie, pittoriche e infine fotografiche che attestano la presenza di grandi artisti in questo sperduto paesino tra le montagne laziali.

 

Piccola curiosità: i miei nonni avevano i loro natali proprio ad Anticoli e, circa 70 anni fa, Victor Penalba, pittore e successivamente ministro della cultura in Nicaragua, eseguì un ritratto di mia madre di mirabile fattura che conserviamo ancora oggi nel nostro archivio.

  • Michele Flammia, ceramist, Rome.
  • Michele Flammia, céramiste, Rome.
  • Michele Flammia, ceramista, Roma.